mercoledì 28 luglio 2010

I primi gemelli

“....due numeri primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero.”
Ok, Giordano ha vinto il premio Strega e tanto di cappello, ma ci sono delle cose che si devono sapere, indipendentemente dal fatto che ci sentiamo Alice o Mattia o, nella grande maggioranza dei casi, una qualche plausibile alchimia di entrambi i reagenti…
Questa metafora della solitudine è tanto squisitamente suggestiva quanto subdolamente bugiarda, e Giordano, come tutti i matematici e i fisici, lo sa bene:per prima cosa, i numeri primi sono definiti nello spazio dei Naturali (N) che, per quanto intuitivo e completo, è uno spazio assolutamente arbitrario. In uno spazio un po’ più aderente alla realtà (che non a caso viene chiamato dei numeri Reali R), nessun numero si sfiora, che sia primo, pari, dispari, razionale, irrazionale o trascendente … ecco, se proprio avessi dovuto scegliere io una metafora per descrivere i rapporti tra le persone (costretto con le spalle al muro), avrei scelto lo spazio dei reali: diversi, distinti, ovunque densi … e per quanto vicini si possano scegliere, se ne può sempre trovare uno in mezzo come una suocera a mettere zizzania!
E se poi avessi voluto darmi delle arie in un salotto con le signore, mi sarei sparato perfino la posa dei Complessi (C) che, come tutti noi, si portano dietro la loro brava parte immaginaria.
Altrimenti posso solo spostare il riferimento e decidere, con equivalente arbitrarietà, di muovermi nel solo spazio dei numeri primi, che peraltro presenta con quello dei naturali alcune significative analogie: è infinito, ordinabile, numerabile, e ci posso perfino definire sopra delle metriche di distanza. Ecco, in questo nuovo spazio i primi si toccano tutti uno con l’altro, e a braccetto procedono verso l’infinità con un bel ghiacciolo al limone in mano (lo spazio è mio e decido io come si devono muovere gli attori, chiaro?)
In questo grande raduno i Primi saltellano in un allegro Sabba, e si riconoscono al buio senza nemmeno bisogno del crivello di Eratostene (che tra l’altro, ha un nome piuttosto inquietante …)
Se nella vita nessuno si tocca sul serio, come nei Reali, possiamo però scegliere di essere arbitrariamente vicini, modificando lo spazio intorno a noi … vi pare poco?
Ognuno crede di essere un po’ speciale, un po’ numero primo, e Giordano solletica lievemente questa illusione nel lettore, ma se c’è una cosa che ho imparato nella vita, è che siamo tutti divisibili, almeno per due… che poi i nostri divisori naturali possano galleggiare in spazi lontani da noi è un altro problema…

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