Muore, il sogno sulla porta...
nel messaggio morse che il sogno batte.
C'è il ritmo di sordi rintocchi sul legno scheggiato,
c’è il lutto della prigionia..
Bussa forte,
lo scalpicciante richiamo alla follia
che chiami vera vita,
consuma nocche e assi,
eppure sono solo tre
i passi che ti separano dalla ferita,
e il pavimento è bagnato,
scivoloso di latte
versato
da una botte di fasciame gonfio,
umido di promesse, affiorato
dal naufragio di un’illusione.
Vorrei tenderti la mano,
Morgana, tremolante sul confine
della gabbia o dell’assenza,
dove mi hai rinchiuso a contare le briciole fine
che cadono dal tuo miraggio, ma per me sono consistenza,
lampada che il genio chiama casa e cella.
Ma ogni onda che ti invade è un viaggio
che ti porta più lontano, spuma sfuggente di risacca.