mercoledì 28 luglio 2010

Bakunin? Prrrrrr!

La memoria anarchica (o anarco selettiva, nella sua enunciazione più sofisticata) è una definizione che utilizzo spesso per giustificare il fatto che io sia talvolta incapace di ricordare nomi e avvenimenti anche poco distanti nel tempo. Ho notato che incontra una approvazione generalizzata e sorrisetti di compiaciuta solidarietà: infatti, oltre ad essere un concetto “Prêt-à-porter” (per dire, al contrario del suo fratello nobile, il “pensiero anarchico”, la memoria anarchica può essere citata anche senza far finta di aver letto Bakunin), è una esperienza vastamente condivisa. Ad esempio, non c’è verso che io ricordi i nomi delle due persone con cui ieri sera ho chiacchierato più di un’ora, ma nel mio cervello ci sono diverse celluline occupate a custodire gelosamente i colori del maglione di un mio compagno delle medie. Ne parlo oggi per due motivi.. il primo è che c’è molto caldo e poco lavoro, combinazione devastante per i miei neuroni alla deriva, il secondo è che ho scoperto da poco che uno dei miei link mnemonici è “bucato”. Avete presente quei fastidiosi messaggi “La pagina richiesta non è più disponibile”?, ecco, più o meno così… Il link c’è, chiarissimo e lampeggiante, la targa della macchina di una persona per me importante, memorizzata senza nessun motivo particolare tanti anni fa, ma ora ho saputo che la macchina non c’è più (o per lo meno ha cambiato proprietario).. . e adesso che me ne faccio di quei numerelli in fila? (la vera domanda sarebbe “cosa me ne facevo prima????”, ma non stiamo a sottilizzare, veh…).
E allora ho deciso di istituire il museo per i ricordi orfani di realtà. Sto raccogliendo fondi.

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