Che splendida battaglia fummo,
io e te;
due solitudini, due fuochi di un'ellisse
che bruciavano per avvicinarsi.
L'eccentricità confuse
le nostre geometrie,
ci condannò a un'orbita omoclina
l'intersezione delle nostre instabilità.
Fummo così,
la malattia che avevamo la presunzione di curare.
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